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Perchè Nocera

La sua Storia

Le acque, la salubrità dell’aria, la Flaminia consolare romana che attraversa l’Appennino, da ovest ad est, la sua storia e il centro della cristianità che si conferma con Diocesi storica.

Questi tre elementi, hanno contribuito a dar vita a questo antico borgo. Lasciandoci una ricca testimonianza di storia ed arte, consapevoli di questa straordinaria tradizione, promoviamo un turismo accogliente e consapevole.

 

L’Acqua le sorgenti salutari.

Lo scienziato e poeta aretino Francesco Redi (1628, 1698) ha decicato alcuni versi alle proprietà dell'acqua di Nocera:

 

Portatemi dell'acqua di Nocera:

questa è buona alla febbre e al dolor colico,

guarisce la renella e il mal di petto,

fa diventare allegro il malinconico;

l'appigionasi appicca al cataletto,

ed in ozio fa star tutti i becchini;

ma non bisogna berla a centellini;

e quel che importa, il medico l'approva

e in centomila casi stravaganti

ha fatto ancor di sua virtù la prova

celebrandola più del vin del Chianti.

                   Francesco Redi

 

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Sintesi Storia –Paesaggistica.

 

I numerosi ponti romani, le possenti sostruzioni, i resti di “stationes” delineano in modo evidente l’antico tracciato della Via Flaminia, arteria di primaria importanza per Roma e di collegamento - diverticolo Nocera Ancona – con il mare Adriatico; i resti delle abitazioni patrizie e non venuti alla luce evidenziano una ben sviluppata struttura urbanistica. Il recente ritrovamento del perimetro una chiesa altomedievale avvalora ancora in modo più profondo la presenza del popolo longobardo che così tanto ha influito nella vita quotidiana, nella cultura, nell’arte dei nocerini, ma che oggi è solamente riscontrabile attraverso la lettura dei soli “siti” e dei ricchissimi corredi trovati nelle tre importanti necropoli. Le rocche e i castelli (Pertana, Salmaregia, Colle, Postignano, … ) e le torri di avvistamento presenti in ogni angolo strategico oltre il ruolo difensivo, indicano il culmine di un’espressione architettonica pregevole, in armonia con il paesaggio e nucleo costitutivo di successivi centri abitati ancora oggi vissuti.

Le innumerevoli “chiesette” , dedicate al culto dei Santi protettori del territorio, offrono, con il loro patrimonio artistico significativi momenti della storia dell’arte locale. Fra queste numerose emergenze religiose spiccano la Chiese di Aggi dalle linee architettoniche duecentesche e le tele di altri autori, con gli affreschi di Matteo da Gualdo; la Chiesa di Acciano con affreschi di anonimo di scuola umbra della seconda metà del sec. XV; la Chiesa di Stravignano, dedicata a S. Maria dove si ammira la tela d’altare con la Madonna e il Bambino; la chiesa di Bagnara che conserva, oltre i residui di affreschi quattrocenteschi di Matteo da Gualdo, tre altari lignei seicenteschi ed un organo dei primi del ‘700 ed infine la chiesa di Boschetto dedicata a San Giovanni con affreschi del secolo XVI. Il centro cittadino costituisce il cuore della “città-museo”; subito si percepisce la perfetta e funzionale simmetria delle piccole vie tagliate successivamente dall’antica via del Borgo del XIII dove si affacciano maestose abitazioni che conservano, al loro interno, tracce di affreschi e pregevoli portali le cui architetture romaniche e gotiche convivono in armonia. Di particolare pregio storico sono alcuni “vicoli” (via Camilli, via Fossatello, via Ortaccio, via Il Sasso, …) che ancora oggi mantengono inalterato l’aspetto architettonico originario. Il centro culmina con la roccaforte di cui rimane solamente il possente torrione, “Campanaccio”, che domina tutto il territorio comunale ed è a vista con i circostanti Castelli. Adiacente al “Campanaccio” è il Duomo, anticamente tempio pagano dedicato alla Dea Favonia, da cui è derivata la tribù dei Nucerini Favonienses. L’attuale Piazza Caprera è la Piazza medioevale del Comune dove sorgevano i Palazzi tre-quattrocenteschi delle autorità civili e religiose e la Chiesa di San Francesco del 1368, oggi sede del Museo Civico della città dove sono raccolte alcune delle più significative opere d’arte provenienti dal territorio; tra queste il Polittico di Niccolò di Liberatore, il Crocifisso ligneo della seconda metà del XIII secolo, la tavola di Matteo da Gualdo "Incontro di Gioacchino ed Anna alla Porta Aurea".

Di grande interesse il Museo Archeologico, dove sono custodite numerose collezioni, dal Paleolitico, ai corredi funerari delle necropoli Longobarde.

 

Un tema religioso di grande interesse è dedicato alla presenza di s. Francesco a Nocera, amico del vescovo Rinaldo oggi santo patrono dei nocerini, la storia viene narrata da molti modelli pittorici sia in affreschi nelle chiese che in tavole lignee dipinte .

 

La suggestione della vita di Francesco, si ritrova nel territorio con percorsi che ci raccontano , l’ultimo viaggio che il santo compie poco prima della sua morte.

 

Due anni dopo aver ricevuto le stimmate, S. Francesco debole e infermo, si era recato a Siena in cerca d'una cura atta a guarire la sua cecità, ma intervenendo ulteriori complicazioni, da Siena partì per ritornare verso le più familiari contrade umbre.

Raggiunse dapprima Cortona, dove fu costretto a fermarsi nell'eremo delle Celle e poi, visto che l'estate era ormai al suo culmine l'aria si faceva irrespirabile data la vicinanza delle paludi della Val di Chiana, si spinse in cerca d'un clima più salubre a Bagnara a poca distanza da Nocera Umbra.

 

Lì non rimase a lungo, infatti, gli abitanti d'Assisi, preoccupati di riportare in patria Francesco ormai morente, inviarono una scorta di cavalieri ed egli, sul finire dell'estate fece ritorno ad Assisi attraverso il difficile ma sicuro sentiero montano che si snoda per Bagnara-Nocera Umbra-Rocca di Postignano-Satriano-Costa di Trex (già Costa tre Chiese).

 

Questo sentiero, che attraversa luoghi di rilevante interesse naturalistico, ripercorre per lunghi tratti il viaggio compiuto da San Francesco che morente rientrava ad Assisi da Nocera Umbra.

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